Nel nostro viaggio di rivoluzione per costruire cultura del benessere non siamo soli. I well-being ambassador di Trainect, persone appassionate del tema, ci accompagnano attivamente nel diffondere i concetti chiave per creare ambienti di lavoro sostenibili.
In questo articolo, Silvia Aguzzoli, HR Specialist e well-being ambassador di Trainect, ci fa riflettere su come la collaborazione, l'ascolto e il co-design permettano di creare soluzioni di benessere realmente utili per le persone al lavoro.
Il wellbeing : da welfare, a ideale , a base della people strategy
Il tema del benessere aziendale ha preso spazio, si è evoluto negli ultimi anni ed è diventato un aspetto importante per imprese e organizzazioni, passando dal venire interpretato inizialmente come mero welfare di servizi offerti al dipendente, poi a condizione ideale di equilibrio vita-lavoro a cui tendere ed oggi ad elemento costitutivo della people strategy.
L’approfondimento della differenza tra il concetto di welfare e corporate wellbeing è spiegata dettagliatamente nel nostro blog Cos'é il Corporate Wellbeing e perchè è diverso dal Welfare aziendale?
Questo ci conduce anche ad un aumento dell'attenzione verso l’effettiva efficacia delle iniziative di corporate wellbeing messe in atto, che anche il management ci chiede come HR di verificare: il cosiddetto ROI del wellbeing.
Co-Design del wellbeing
E’ utile ad oggi affrontare il wellbeing in modo progettuale, con un mindset e un’operatività di co-design tenendo conto delle risorse interne disponibili, dei budget aziendali e della possibilità di affidarsi ad esperti del tema.
Per un’analisi a punti potete leggere l'articolo presente nel nostro blog Implementare un Programma di Corporate Wellbeing Efficace.
L’approccio di co-design promuove il coinvolgimento attivo di più persone e può aiutare a garantire che la strategia sia in linea con le esigenze e gli aspetti prioritari per i dipendenti e che ci sia quindi più efficacia nel raggiungere gli obiettivi. Inoltre il comunicare con alcuni collaboratori ci aiuta ad aumentarne l’engagement effettivo, in modo concreto e non di facciata.
Quali sono gli step di questo percorso?
Il primo task è iniziare a capire con il supporto di uno specialist quali sono gli aspetti del lavoro e gli aspetti extralavorativi (salute, emotività , preoccupazioni finanziarie..) che influenzano maggiormente il benessere dei nostri dipendenti. HR o il consulente esterno possono confrontarsi con i ruoli rappresentativi sulle questioni che sono emerse alla loro attenzione finora.
E’ possibile eventualmente valutare di predisporre survey e questionari alle persone illustrando la tematica e chiedendo il loro coinvolgimento volontario anche in un focus group con HR , per condividere la loro percezione del benessere ed in particolare sulle aree di possibile miglioramento del wellbeing.
Delineate le aree del wellbeing da implementare il co-design avanza attraverso momenti di confronto che ne sono costitutivi e implica momenti informativi sulle possibili risposte alle esigenze emerse che spesso sono differenti e richiedono una soluzione che sia variegata e permetta di migliorare in modo equo situazioni diverse e personali.
E’ importante che il management sia operativo insieme ad HR e al consulente nel valutare il servizio/i servizi da introdurre per favorire il new of living della popolazione aziendale. Si decide come delineare la soluzione prescelta, nel caso di Trainect si offre un’applicazione che consenta al dipendente di personalizzare i contenuti online di cui disporre in base a obiettivi e interessi personali, ne si definisce il timing e la calendarizzazione, si redige la strategia comunicativa con cui si informeranno gli employee.
Matteo Sola, Advisor di Trainect ed HR Managaer di Iliad, ci specifica quali elementi siano da considerare piu specificatamente nel ruolo strategico di HR. Per approfondimento trovate l'articolo completo nel nostro blog: Il ruolo strategico di HR per il corporate wellbeing: intervista a Matteo Sola.
Dopo questa fase di design si va in scena: le iniziative sono introdotte e realizzate con il coinvolgimento dei ruoli chiave e la formazione ad hoc per i destinatari- L’attività di co-design non finisce qui, infatti è indispensabile monitorare e condividere anche gli esiti che emergono dallo step successivo: il reporting.
È importante misurare i risultati della strategia di wellbeing aziendale per verificare se stia avendo l'effetto desiderato. Si raccolgono i dati dai feedback diretti (che non tardano ad arrivare) , attraverso eventuali pulse surveys e dai meetup con il referente operativo. Sulla base di questi è possibile scegliere di valutare dei parametri effettivi (es. percezione di benessere psico-fisico, percezione della possibilità di crescita personale o del senso di autoefficacia..) relazionandoli ad esempio al turnover.
Queste informazioni sono condivise con lo scopo di misurare l’effetto del dato di wellbeing sulle persone e sul dato di business. Ci permette inoltre di ricalibrare le possibilità, infatti il co-design del wellbeing è un processo che può ritornare su se stesso per valutare e agire sulle condizioni di vita e lavoro delle persone con lo scopo di renderle non solo più efficaci ma più sostenibili nel lungo periodo.
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